Sempre più spesso si sente parlare di WPC, soprattutto quando si affronta la scelta del materiale per il proprio decking esterno: le tendenze "green" e l'esigenza di un prodotto durevole hanno portato gli utilizzatori finali a cercare alternative al legno naturale - per via degli agenti chimici necessari per renderlo resistente a intemperie e minacce organiche quali muffe, funghi e insetti di vario tipo - e ad orientarsi verso altre soluzioni alternative.
Negli ultimi anni, l’attenzione alla tematica dell’eco-sostenibilità è cresciuta con un ritmo notevole: l'Unione Europea, attenta alle sensibilità ambientale degli stati membri, è intervenuta con l’emanazione di una normativa - conosciuta come direttiva EU 2018/844 - intesa a rivoluzionare gli ambienti urbani con il fine di salvaguardare il territorio e il clima, partendo da una gestione migliore del settore dell’edilizia.
Il WPC, oltre ad essere perfettamente in linea con queste indicazioni, presenta altri pregi che lo rendono perfetto per l'utilizzo esterno (soprattutto per realizzare pratici pavimenti sopraelevati): ma, prima di analizzare questi elementi, vediamo più da vicino di che cosa si tratta.
Prima di elencare i suoi vantaggi, vediamo da vicino la composizione di questo particolare materiale.
La sigla WPC sta a significare Wood Plastic Composite, un agglomerato di fibra di legno (percentuale variabile a seconda del produttore), materiale plastico (30%) e additivi chimici (anche qui la percentuale varia in base alle caratteristiche che si vogliono conferire al prodotto finale): per fare un esempio, il WPC marchiato Dakota è composto da farina di legno (55%), polietilene plastico (30%), agenti chimici quali anti-UV, antiossidanti, protettivi da muffe, funghi e altri parassiti (15%).
Il materiale viene poi compresso in doghe che possiedono tutte le carte in regola per competere con la solidità di opzioni più comuni - come legno o marmo - senza presentarne gli svantaggi.
Il comparto chimico permette anche una totale personalizzazione cromatica, che può dare un effetto estetico del tutto simile ai materiali nominati in precedenza; la parte naturale, invece, garantisce la riciclabilità e standard di sicurezza ed igiene elevati.
Passiamo ora ad elencare i suoi vantaggi.
La posa delle superfici in WPC è eseguita a doghe: grazie ad un sistema che può ricorrere ad incastri o viti esse mantengono la loro stabilità anche se sottoposte a pressioni molto elevate - e sono al contempo semplici e veloci da installare. Esistono due versioni di doghe in WPC:
● doghe piene: generalmente più robuste - poiché composte da un unico blocco di materiale - hanno lo svantaggio di avere una massa maggiore, e dunque essere più soggette a movimento;
● doghe alveolari: più leggere, e dunque meno resistenti a parità di materiale, sopportano meglio la dilatazione termica e sono più semplici da posare.
Il fatto che solo il 60% della composizione sia naturale - unito a particolari elementi chimici che fungono da scudo - permette al WPC di rimanere intatto nel momento in cui termiti o altri parassiti tentino di assalirlo. Lo stesso vale per le muffe, che non riescono a far presa sulla sua superficie - cosa che non si può dire del legno naturale.
Il freddo eccessivo, così come il calore intenso, non sono un problema per il WPC: può arrivare a sopportare senza danni temperature che vanno da un minimo di -40° fino ad un massimo di 60°, coprendo quindi tutta la gamma di temperature “classiche”. Attenzione, però: anche se non verrà danneggiato dalle temperature estreme, il WPC subirà comunque le regolari deformazioni dovute alle escursioni termiche - motivo per il quale tra una doga e l’altra verrà lasciato uno spazio di sicurezza.
Il WPC dura nel tempo senza deteriorarsi, non perde schegge e non si sfalda, neppure a contatto con l’acqua - dolce, salata o con cloro - o quando esposto ad agenti atmosferici; inoltre, la superficie è antiscivolo e non può marcire, grazie ai suoi componenti chimici. Questo estende la versatilità del WPC a praticamente qualsiasi luogo, bordi di piscina e banchine marittime incluse.
Il fatto che più della metà dei materiali del WPC siano naturali fa sì che esso sia riciclabile, coerentemente alle linee generali della direttiva EU 2018/844: ha inoltre bisogno di un livello minimo di manutenzione, poiché è limitata alla rimozione di corpi estranei eventualmente incastrati tra le fessure. Non sarà necessario rivestire le doghe di nessuna protezione, poiché gli additivi chimici e la robustezza del materiale basteranno a garantire l'integrità della superficie.
Il WPC racchiude in sé le caratteristiche positive del legno e della plastica, e non presenta i punti deboli di nessuno dei due elementi: l’unico punto a sfavore, come spesso accade per i materiali pregiati, può essere il costo per metro piuttosto elevato. Ma, poiché tra le principali qualità del WPC primeggiano la resistenza alle sollecitazioni e la sopportazione delle condizioni atmosferiche, la spesa può essere vista come un ottimo investimento, poiché le sue prestazioni sono garantite, di media, per un minimo di 15 anni.
Dunque, come spesso accade nel mondo dell'edilizia, un prezzo elevato corrisponde a delle prestazioni maggiori: e quando si parla della sistemazione della tua pavimentazione esterna, uno dei primi fattori di cui dovresti tenere conto è proprio la longevità - e il WPC è il materiale più adatto per assicurarla.