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I sistemi di canali in polimero termoplastico (canalette in plastica) o calcestruzzo utilizzati per la veloce evacuazione delle acque di superficie, hanno acquistato popolarità per una serie di vantaggi che li contraddistingue:
Il drenaggio delle acquee piovane è una questione che si tende a sottovalutare, pur essendo un elemento davvero impattante per la prevenzione e cura del territorio.
Questi sistemi sono diventati una soluzione molto diffusa per eliminare ristagni d’acqua in area specifiche o per far defluire l’acqua meteorica verso altre zone. Sono una soluzione di facile posa e dal costo relativamente contenuto.
Poi però un bel giorno, dopo un acquazzone, ci si accorge che qualcosa non va e che quella che doveva essere una soluzione economica ed efficace, causa invece disagi e costi aggiuntivi. Scelta errata dei materiali utilizzati? Non solo. A volte anche lievi errori di installazione possono comprometterne il funzionamento.
Abbiamo individuato tre errori che si commettono più di frequente.
Quando, nonostante sia stato realizzato un sistema di drenaggio, invece che un rapido deflusso delle acque ci si trova di fronte ad allagamenti e ristagni, è più che evidente che qualcosa sia andato storto. Le varianti sono molteplici, ma generalmente le cause sono imputabili a una di queste problematiche:
Il mancato utilizzo del cemento o il mancato rispetto dell’altezza del letto di posa e dello spessore del rinfianco, oppure un’errata verifica delle caratteristiche di portanza del sottofondo possono portare alla rottura degli elementi utilizzati. Una pendenza errata del terreno o del canale possono invece impedire il rapido deflusso delle acque.
Sottovalutare la portata, così come le sollecitazioni causate dal frequente passaggio di veicoli, nonché le conseguenze di sbalzi di temperatura e la resistenza a sostanza chimiche, sono tutti errori che possono causare cedimenti della struttura.
Un errato calcolo della la portata d’acqua porta a scegliere canali di dimensione troppo piccola o con tubi di scarico di diametro insufficiente a garantire lo smaltimento in tempi brevi delle acque meteoriche.
La norma UNI-EN 1433 (Canali di drenaggio per aree pedonali e veicolari) stabilisce delle specifiche classi di portata a seconda dell’impiego previsto e le resistenze delle coperture:
SIMBOLI |
CLASSI |
RESISTENZA |
DESCRIZIONE CAMPI DI IMPIEGO |
A |
A 15 |
kN 15 |
Aree che possono essere utilizzate esclusivamente da pedoni e ciclisti. |
B |
B 125 |
kN 125 |
Marciapiedi, zone pedonali e assimilabili, parcheggi per auto privati o parcheggi auto multipiano. |
C |
C 250 |
kN 250 |
Lati cordolo e aree non esposte a traffico di banchine e simili; gli elementi cordolo rientrano minimo sempre nella classe C 250. |
D |
D 400 |
kN 400 |
Strade rotabili (comprese le vie pedonali), banchine e aree di parcheggio per tutti i tipi di veicoli stradali. |
E |
E 600 |
kN 600 |
Aree soggette a carichi su grandi ruote, per esempio strade di porti e darsene. |
F |
F 900 |
kN 900 |
Aree soggette a carichi da ruote particolarmente grandi, per esempio le pavimentazioni per velivoli. |
Così come prevede delle specifiche relative alla corretta posa in opera e dei requisiti di montaggio per garantire le resistenze al carico, stabilità e silenziosità durante l’utilizzo.
Far riferimento alle specifiche indicazioni del produttore riguardo la corretta installazione dei canali, delle griglie, nonché dei sistemi di bloccaggio per rispondere ai requisiti normativi, è importante per garantire che il sistema di drenaggio funzioni a dovere nel lungo periodo.