Cosa sono le emissioni di CO2 embodied e cosa significa per il mercato dei prodotti edili

Per chi lavora nel settore edile probabilmente avrà sentito parlare di recente di embodied CO2.

Ancora prima che sia effettivamente abitato, un edificio inizia a produrre emissioni: infatti, oltre al consumo (riscaldamento, aria condizionata, utilizzo di metano e energia elettrica) dovuto a chi ci vive, gli edifici costruiti producono emissioni ancor prima di essere costruiti.

Con l’interesse sempre più crescente verso l’ambiente e ai cambiamenti climatici in corso, la futura tendenza delle politiche green e quella di spingere sempre di più alla costruzione di case ed edifici a impatto zero, i cosiddetti Net Zero Building.

Quali saranno i cambiamenti che avverranno nel mercato dei prodotti edili? Quali sono le richieste da anticipare per chi produce e vende materiale per l’edilizia?

 

Cosa sono le emissioni co2 embodied

Il carbonio embodied si riferisce al diossido di carbonio generato durante la produzione di materiali edili, il loro trasporto e la costruzione in cantiere ma anche al rilascio di emissioni nel momento della demolizione.

Prendiamo come esempio il cemento: viene emessa CO2 per poter estrarre i materiali utili alla sua produzione, per trasportarli nel sito costruttivo, per preparare la miscela e per smaltirlo nel momento della dismissione dell’edificio.

Ciò che risulta evidente è l’esigenza di considerare l’intero ciclo di vita di una casa con l’ambizioso obiettivo del futuro sarà quello di costruire abitazioni ad emissioni zero di CO2.

 

L’obiettivo Net Zero Carbon

Le costruzioni edili, da sole, sono attualmente responsabili del 39% delle emissioni di CO2 in tutto il mondo.

Ma non è l’unico dato sorprendente: con il raggiungimento da parte della popolazione mondiale della soglia 10 miliardi entro il 2050, la superficie dedicata alla costruzione raddoppierà rispetto a quella attuale.

Non sarà possibile fermare la produzione, ma raggiungere degli obiettivi più eco sostenibili invece sì, da qui l’idea del network World Green Building Council di lanciare il “Net Zero Carbon Buildings Commitment”.
L’obiettivo è quello di:

  • entro il 2030, ridurre di almeno il 40% le emissioni di embodied carbon nella costruzione e ristrutturazione di edifici e infrastrutture
  • entro il 2050 raggiungere quota zero emissioni per tutti gli edifici, sia nuovi che rinnovati.

Per chi lavora nel settore edile, questa è una grande sfida, ma al contempo un’opportunità per proporre ai propri clienti delle soluzioni sostenibili con cui migliorare la qualità della vita.

 

Cosa significa ridurre il CO2 embodied durante la costruzione

Raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 prevede un cambiamento drastico nella produzione e nella costruzione degli edifici e della loro ristrutturazione.

Le linee guida diffuse dall’istituto Americano degli Architetti (American institute of Architects) includono le seguenti pratiche:

  • Riqualificare gli edifici invece di costruirne di nuovi. La ristrutturazione di un’abitazione porta fino al 75% in meno di emissioni rispetto ad una nuova costruzione. Ciò è particolarmente vero nel caso in cui le fondamenta e la struttura rimangono intatte dato che la maggior parte della CO2 risiede lì.
  • Utilizzare miscele cementizie a basso contenuto di CO2. Nonostante le emissioni per tonnellata non siano alte come quelle presenti per la produzione di altri materiali, il suo utilizzo massivo rende il cemento tra i prodotti più inquinanti. Fortunatamente, le alternative sul mercato sono numerose e prevedono l’utilizzo di materiali più sostenibili da utilizzare nella miscela, quali ceneri leggere, argilla calcinata e il calcestruzzo riciclato.
  • Limitare i materiali meno sostenibili. Il cemento non è l’unico materiale altamente inquinante, lo sono anche l’acciaio, l’alluminio, la plastica e il poliuretano espanso.
  • Riutilizzare i materiali. I materiali riciclati producono solitamente un numero più ridotto di emissioni rispetto alle nuove produzioni perché il CO2 embodied è già stato “speso”.
  • Massimizzare l’efficienza strutturale. La struttura portante è la maggior responsabile di emissioni di CO2 embodied, pertanto il minimo che si possa fare è realizzare una struttura quanto più efficiente, riducendo l’utilizzo di materiale senza compromettere le sue prestazioni.

Le opportunità da cogliere nel mercato dei prodotti edili

La riqualificazione energetica rimane da qualche tempo un trend in crescita tra i comparti delle costruzioni: tra i materiali naturali e riciclabili abbiamo il legno, il sughero, la calce, il polistirolo ecologico e l’argilla ma l’edilizia sostenibile non si limita a questo.

Comprende anche sistemi e progetti costruttivi dedicati alla ricerca dei prodotti e alla scelta delle tecniche di realizzazione con l’obiettivo di trarre il miglior compromesso tra costi e benefici.

Il mercato si aprirà inoltre a numerose soluzioni impiantistiche, pensate per sfruttare il più possibile le risorse naturali, quindi sistemi fotovoltaici, di recupero calore, di rinnovamente della qualità dell’acqua e dell’aria e impianti domotici di gestione.

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