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Quando si parla di Cappotto termico , quanto realmente si conoscono i fattori che incidono sulla sua efficienza termica e sulla formazione delle fastidiose “macchie di leopardo” che si vedono sulla parete?
E quest’ultime rientrano realmente nella categoria: cappotto termico problemi?
In alcune situazioni la rugiada che si forma sulla superficie del cappotto tende a dare origine a delle macchie circolari che diventano, alle volte, molto visibili sul colore dell’intonaco, soprattutto quando questo non è bianco, rendendo l’edificio esteticamente poco gradevole alla vista.
La formazione di umidità sul cappotto termico è una problematica che può essere ridotta con alcune importanti accortezze.
Anche se questo fenomeno è più di carattere fisico che funzionale, scopriamo insieme quali sono le cause in modo da capire come le possiamo contrastare al meglio.
Quando si parla di scambio termico si intende la trasmissione di energia da una regione ad un’altra, dovuta ad una differenza di temperatura. La quantità di calore scambiata in una specifica unità di tempo e con una determinata potenza termica, è direttamente proporzionale alla differenza di temperatura.
Il calore può essere trasmesso in tre differenti modalità:
Nell’ambito delle costruzioni edili, lo scambio termico avviene per irraggiamento tra un corpo (un edificio) e la volta celeste. Durante la notte il valore dello scambio può arrivare anche a 40-75 W/m2.
Lo scambio termico è influenzato da diversi fattori, tra cui:
Soprattutto nella stagione invernale, lo scambio termico per irraggiamento verso la volta celeste porta la superficie esterna di un edificio ad una temperatura molto inferiore a quella dell’aria circostante, permettendo così la formazione del fenomeno dell’umidità superficiale (rugiada).
Il fenomeno che viene definito “cappotto termico a macchie di leopardo” può verificarsi quando si forma una condensazione sulle superfici di vapore acqueo presente nell’aria, sotto forma di goccioline d’acqua.
L’umidità che viene a formarsi mette in evidenza, sullo strato superficiale dell’intonaco posto al di sopra dei tasselli per cappotto, delle macchie circolari, alle volte molto visibili sul colore del cappotto termico stesso, rendendo così la superficie dell’intero edificio poco gradevole alla vista.
Molto spesso il punto di rugiada tende a formarsi proprio quando siamo in presenza di un clima con umidità elevata e freddo intenso e solitamente, in queste condizioni geofisiche, si ha la tendenza nel realizzare un cappotto termico di elevato spessore, così da poter garantire un’efficienza energetica molto elevata.
Questa tipologia di intervento, però, può mettere maggiormente in evidenza il problema delle “macchie di leopardo”, proprio perché aumenta il valore di irraggiamento termico delle pareti, infatti se venisse realizzata una semplice parete monolitica (ovvero composta da mattoni pieni e intonaco su entrambe le facciate) il problema sarebbe nullo, in quanto non saremmo in presenza di uno strato di isolamento termico che crea condensa sul cappotto esterno.
Pertanto le cause che portano alla formazione di questo fenomeno non sono da attribuire alla conformazione del cappotto termico, spesso considerata erroneamente mal eseguita, ma semplicemente si tratta di principi di ordine fisico dovuti ad un normale comportamento della natura stessa proprio nell’ambito dello scambio termico che abbiamo visto prima.
Nella realizzazione di un cappotto termico vengono utilizzati i tasselli di fissaggio: questi elementi sono formati da un corpo di espansione con un perno interno e da un disco di diametro adeguato al trasferimento del carico sul materiale di supporto. La loro funzione principale è quella di ancorare meccanicamente i pannelli isolanti del cappotto e ridurre così i rischi di distacco dovuti a vento e agenti atmosferici.
Nella posa di un cappotto termico con tasselli di fissaggio è necessario tenere in considerazione alcuni fattori incidenti, altrimenti possiamo incorrere nella formazione delle macchie di leopardo, che risultano visibili sul colore del cappotto.
Ricordando che la formazione delle “macchie di leopardo” è prettamente di carattere fisico e non patologico, è possibile seguire alcuni semplici accorgimenti nella realizzazione del cappotto, così da poter ridurre la formazione di umidità:
Altri elementi, sui quali è necessario prestare attenzione, sono i rasanti esterni: grazie alla loro massa specifica molto piccola, consentono il raffreddamento dell’intero strato termico in tempi brevi e possono creare così l’effetto rugiada. In questo caso è possibile scegliere l’utilizzo di intonaci con spessore maggiore, che possano ridurre il fenomeno anche se non lo eliminano completamente.
In conclusione è possibile affermare che le concause che portano alla formazione di condensa sul cappotto esterno sono di volta in volta differenti. Non è possibile perciò individuare con precisione uno spessore di isolante con il quale questo fenomeno non si verificherà, ma è possibile utilizzare espedienti rilevanti per aiutare a ridurre o evitare completamente la formazione di umidità, essendo esso un problema principalmente di natura fisica.
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Grazie alla sua continua evoluzione e innovazione, Dakota possiede un catalogo prodotto molto ampio, che conta oltre 3.000 prodotti in gran parte Made in Italy. In particolare su i materiali per il sistema a cappotto termico, come i Tasselli per Cappotto SGR, possiede Dichiarazione Ambientale di Prodotto EDP, certificazione essenziale per garantire qualità ed efficienza.
Frutto d’esperienza acquisita e per contrastare totalmente il fenomeno delle “macchie di leopardo”, all’interno del suo catalogo è possibile trovare un tassello ad avvitamento dalla forma elicoidale :
Il prodotto garantisce l'assenza di ponte termico (Valore 0,000W/K) ed è utilizzabile sia su nuovi edifici che su ristrutturazione di edifici esistenti, conforme ETAG 014. Inoltre, è utilizzabile su supporti di classi A, B, C, D e E. Il corpo del tassello è realizzato poliamide, il fusto in polipropilene e la vite di fissaggio in acciaio zincato. Il corredo comprende anche i tappi di chiusura in EPS (polistirene) e la barra di regolazione in acciaio.
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